CARACAS (12 Gennaio 1958). – Siamo di nuovo di fronte ad un anno denso di avvenimenti. Gli italiani, indirizzati verso ogni attività, fanno parlare di sé tanto nell’ambito economico, che culturale, che agonistico.
I morti, i tanti, troppi morti, ci ricordano però ancora una volta quanto sia stato alto il tributo di sangue pagato dai nostri emigranti. Ma questo flusso impazzito che dall’Italia portava a sciamare verso altri continenti non soltanto lasciava dietro di sé famiglie disgregate per la morte del loro uomo, bensì altre, moltissime, che tanti emigranti cancellarono dalla propria memoria non appena varcarono altri suoli. Anche queste donne che per anni attesero invano una lettera, una notizia, che piansero morto il proprio marito, che andavano con ansie e speranze a

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